PANCRAZIO DAL 1922: il ristorante dove la cucina romana incontra la storia

Roma è una città che non si attraversa: ti avvolge, ti incanta, ti trattiene senza neanche chiederlo. È sufficiente una passeggiata tra i vicoli della città per sentire il tempo rallentare.

È proprio qui, tra Campo de’ Fiori e Piazza Navona, che da oltre un secolo un locale custodisce con passione l’anima della cucina capitolina: Pancrazio dal 1922. Sorto sopra le vestigia del Teatro di Pompeo, lì dove la storia di Roma si è fatta leggenda, Pancrazio dal 1922 coniuga con equilibrio il rispetto per la tradizione gastronomica con un gusto contemporaneo, fatto di stagionalità, materia prima di qualità e gesti tramandati da ben quattro generazioni.

Fondato nel 1922 dal signor Pancrazio, da cui prende il nome, il locale nasce come una piccola trattoria a conduzione familiare, con un’ambizione semplice ma potente: offrire piatti della tradizione romana preparati con ingredienti locali, pensati per la comunità romana e per chi cercava i sapori autentici di casa.

Sin dall’inizio, la cucina di Pancrazio si è distinta per la sua genuinità, diventando un punto di riferimento per residenti, intellettuali, viaggiatori e buongustai.

E all’interno di un affascinante palazzo cinquecentesco, costruito sulle rovine del Teatro di Pompeo che Pancrazio dal 1922 trovò spazio: un luogo che, nel 1949, ha rivelato sotto le sue fondamenta un tesoro archeologico, oggi parte integrante dell’identità del ristorante.

A custodire e tramandare la memoria di questo posto unico è stata la signora Ada, figura emblematica del ristorante. Sorella di Paolo Macchioni, ultimo erede della famiglia legata al fondatore. Ada incarna l’anima del ristorante: solare, accogliente, è la custode di ricordi, episodi e aneddoti che restituiscono vita alle atmosfere di un locale che, per decenni, è stato un punto di riferimento della vita sociale romana.

“Negli anni ’70, Pancrazio era il fulcro della mondanità romana. Tra queste mura sono passati Craxi, Moro, Andreotti… e poi attori, scrittori, artisti. Un luogo d’incontro, un crocevia di storie, socialità e romanità. Una vera osteria romana, al centro della scena cittadina” ricorda Ada, nipote di Pancrazio.

Oggi Pancrazio continua il suo percorso grazie a un gruppo di imprenditori romani legati da una visione comune: preservare e valorizzare la cucina della tradizione romana. Lo fanno con passione, attraverso una rete di ristoranti nel cuore della città eterna, mantenendo salda l’identità del luogo e portando avanti una filosofia fondata su autenticità, qualità e rispetto per le radici.

Con una capienza complessiva di 320 coperti, Pancrazio dal 1922 accoglie i suoi ospiti con circa 55 posti all’esterno, nella suggestiva cornice della piazza del Biscione, dove la vita romana scorre tra tavoli e conversazioni all’aperto. All’ingresso del palazzo cinquecentesco, la prima sala interna, raccolta e luminosa, ospita circa 45 coperti, separati solo da un piccolo arco che dona dinamismo allo spazio mantenendo un’atmosfera conviviale. Ma è scendendo le scale che si entra in una dimensione unica: l’area archeologica, vero cuore pulsante del ristorante.

Qui il tempo sembra sospendersi. Due ambienti affascinanti raccontano, in pietra viva, la storia di Roma: la “Saletta”, intima e silenziosa, con 35 posti, ideale per eventi riservati; e la Sala della Colonna, dominata da un’imponente colonna romana e da pareti in “Opus Reticulatum”, l’antica tecnica muraria fatta di blocchi di tufo disposti a reticolo. Un angolo di Roma antica con circa 45 coperti, dove ogni pasto si trasforma in un viaggio tra passato e presente. A completare gli spazi, un ampio salone da circa 120 posti, ideale per ricevimenti, celebrazioni ed eventi privati. Un luogo in cui l’eleganza si fonde con la forza evocativa della storia.

Non è un caso che Pancrazio sorga proprio sopra le rovine del Teatro di Pompeo, il primo teatro in muratura permanente della città, costruito nel 55 a.C.: una struttura grandiosa, che univa spettacolo e culto, e che fu teatro – in tutti i sensi – di uno degli episodi più celebri della storia: l’assassinio di Giulio Cesare, avvenuto nella Curia adiacente al teatro.

Poco distante, il Passetto del Biscione aggiunge un ulteriore tassello alla narrazione. Questo antico corridoio collegava la cavea del teatro all’esterno ed è oggi custode di una memoria popolare: quella della Madonna della Provvidenza, venerata da generazioni di romani. Un luogo di passaggio che racconta storie di fede, nobiltà e identità, e che rafforza il legame simbolico e culturale tra Pancrazio e la città eterna.

Da Pancrazio dal 1922 si mangia come si mangiava una volta: ricette tradizionali, prodotti locali e tanta passione. Il menù è un omaggio ai grandi classici della cucina romana. Tra gli antipasti spiccano il carciofo alla giudia, croccante e dorato, simbolo indiscusso della tradizione giudaico-romanesca, e il tris di maritozzi salati con ripieni romano: coratella, polpette al sugo e trippa alla romana.

Ma è nei primi piatti che Pancrazio dal 1922 esprime al meglio la sua vocazione alla romanità: tonnarelli cacio e pepe, mantecati alla perfezione, e una carbonara fedele alla ricetta classica, realizzata esclusivamente con ingredienti locali. Completano l’offerta le proposte stagionali, che cambiano settimanalmente in base alla disponibilità delle migliori materie prime di mercato.

Tra i secondi, impossibile non citare i saltimbocca alla romana, delicati e saporiti, e la coda alla vaccinara, preparata secondo tradizione, con una lunga cottura che ne esalta il gusto profondo e avvolgente.

A chiudere l’esperienza, un dolce che non tradisce mai: il tiramisù della casa, cremoso, bilanciato, semplicemente irresistibile.

Pancrazio dal 1922 offre una carta dei vini ricercata e ben strutturata, con circa 300 etichette selezionate per accompagnare al meglio i sapori della cucina romana. Un lavoro attento, che punta a valorizzare non solo l’abbinamento cibo-vino, ma anche le storie, le identità e i territori delle cantine italiane.

La selezione spazia tra grandi nomi del panorama enologico nazionale e piccole realtà radicate nel territorio, con un’attenzione particolare alla qualità e alla sostenibilità. Tra le collaborazioni più significative figura quella con la storica Cantina Antinori, una delle famiglie più antiche e prestigiose della viticoltura italiana, da secoli simbolo dell’eccellenza toscana nel mondo.

A fianco degli Antinori, trovano spazio i vini della Famiglia Cotarella, che uniscono la tradizione umbra e laziale con uno spirito innovativo, e l’azienda agricola Marco Carpineti, esempio virtuoso di viticoltura biologica e biodinamica nei Castelli Romani, celebre per il recupero di antichi vitigni autoctoni come il Bellone e il Nero Buono.

Oggi, a distanza di oltre un secolo dalla sua fondazione, Pancrazio dal 1922 si conferma una tappa imprescindibile per chi cerca un’esperienza completa: gastronomica, culturale ed emozionale. Un luogo dove le ricette della tradizione si uniscono alla bellezza senza tempo delle antiche pietre romane.

 

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