Alice Waters e Carlo Petrini a Roma

Siamo al Gianicolo, a Villa Aurelia in via di Porta San Pancrazio e la serata è una di quelle incantevoli serate temperate e dolci di ottobre che solo Roma riesce a regalare.

 Alice Waters arriva con il suo consueto passo armonioso, anche lei è leggera e intensa come ottobre a Roma, Carlo Petrini entra nella sala, con il suo sorriso e la preoccupazione per il mondo che si porta dentro, li raggiunge poi il Direttore dell’American Accademy Christopher S. Celenza e si comincia.

Una conversazione dice il Direttore, di quelle che l’American Accademy di Roma propone ai suoi fortunati studenti e a un piccolo gruppo di giornalisti, una conversazione dove il tema però è quantomai serio, direi grave: la sostenibilità.

Aldilà di ogni retorica la serata si svolge con racconti di vita di Alice e Carlin che hanno intrecciato i loro destini la prima volta a San Francisco durante un convegno e poi con una visita al mercato dei contadini dell’epoca, quindici anni fa.

Carlin spiega che i mercati erano pochi allora e Alice conferma che per acquistare dai contadini era necessario recarsi sul posto e non esisteva la possibilità di vedere radunati tanti prodotti e produttori come avviene oggi.

“Non so se gli americani si rendono conto che Alice ha fatto la più grande rivoluzione d’America” dice Carlin, in tutti gli States ci saranno stati 80 mercati, nel 2000 erano 500, oggi sono 12.000 anche nei quartieri ispanici più difficili e questo è stato solo l’inizio.

Davanti a Chez Panisse, il ristorante fondato da Alice Waters in California, c’era una scuola per bambini piccolissimi con un desolato cortile, per Alice non era possibile vederli giocare nella polvere e così è nata l’idea degli orti scolastici che oggi sta davvero minacciando la FAST FOOD NATION, risvegliando coscienze e disegnando un futuro migliore per tutti.

Carlin ci racconta che suo nonno, una volta finito di mangiare il pane raccoglieva le briciole e che allora il cibo aveva un valore e veniva rispettato, dopo il secondo dopoguerra il cibo è diventato solo merce.

Abbiamo inquinato, sprecato, abbiamo mancato di rispetto per la natura, ha governato solo il dio denaro.

Abbiamo perso il 70% delle biodiversità animali e vegetali oggi e mai, come in questo momento, si è parlato tanto di cibo, ogni televisione, in qualunque orario, ospita chef con padelle in mano. La gastronomia non è solo questo, non è solo cucinare, questo aspetto è il 15% della gastronomia che invece è una scienza olistica: fisica, chimica, biologia, studio delle razze, agricoltura e zoologia e dal punto di vista umanistico la gastronomia è antropologia, economia, economia politica.

“Se stiamo attaccati alle padelle e non consideriamo tutto il resto facciamo solo pornografia” ha detto Petrini.

Da quando Slow Food ha compreso questo la sua forza è aumentata e oggi è presente in 170 paesi. E’ nata l’Università di Scienze Gastronomiche e Terra Madre.

Terra Madre è l’incontro con i contadini, i pescatori, i nomadi perché è questa la rete che deve esistere per rafforzare l’economia locale. L’economia locale è fondamentale per l’equilibrio e per combattere la crisi, la crisi non si supera tornando a consumare di più ma, solo cambiando la nostra testa.

Tornare alla terra, condividere il destino di produttori e gastronomi, scegliere una via lunga e difficile ma che garantirà il futuro dei nostri figli, insomma una deliziosa rivoluzione.

Grazie di cuore

Nerina

@nerinadinunzio @foodconfidentia

Roma, 28 ottobre 2013 – Conversations that matter.  Slow Food: A Conversation on Sustainability with Carlo Petrini and Alice Waters – American Accademy

I LINK:

 THE EDIBLE SCHOOLYARD PROJECT di Alice Waters

TERRA MADRE

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI SCIENZE GASTRONOMICHE  

AMERICAN ACCADEMY

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