GIN CONFIDENTIAL: il 25Zero14 – Navy Strength

Dopo la sosta fiorentina con la Cocktail Week, torniamo a viaggiare per l’italia con Gin Confidential e arriviamo fino a Brescia, a casa di Andrea Pellegrini, imprenditore con la ‘fissazione’ del Gin.

Un pallino che oggi è diventato una piccola azienda.

Un Gin. Anzi, un’azienda nuova, partita alla fine del 2019 a pochi mesi dalla chiusura totale per il lockdown. Ci si ferma? assolutamente no. Si va avanti a testa bassa e si prosegue nel portare avanti una passione vera. Una trentina di prove, alcune davvero fuori fuoco e la ricerca di una distilleria che sappia mettere in bottiglia tutte le botaniche e le idee di Andrea. Nascono così le prime quattrocento bottiglie.

Siamo a marzo del 2020, il mondo non sembra lo stesso, ma forte di un buon Gin e di un’idea che lo porta a disegnarsi persino l’etichetta, Andrea mette al mondo il primo Botanic Gin 25Zero14 (sul nome poi ci torneremo in seguito).

“Con il mio distillato ho scelto di dare vita ad un Gin che rispecchia i profumi ed i sapori della cucina mediterranea, sprigionando tutta la freschezza delle botaniche di prima qualità bilanciandole su una base classica dove regna il ginepro italiano. La bottiglia si presenta con un’etichetta colorata, dove ogni colore rappresenta una delle botaniche principali che danno vita ai freschi sentori del Gin”.

Missione compiuta. Abbiamo un nuovo Gin. Si ma non del tutto. Perché come si diceva all’inizio il 25Zero14 non è solo un Gin, ma un’idea di azienda e quindi esce subito dopo l’edizione natalizia (ricordate?) per l’inverno scorso e poi il Navy Strength – che abbiamo provato – che con i suoi 57 (cinquantasette) gradi è davvero un ottimo Gin.

Botaniche. Il sentito omaggio di giovane azienda alla marina inglese e alla tradizione con un gin tanto semplice nella sua composizione quanto di carattere. La ‘ricetta’ è forse tra le più semplici, nulla di estremo o ricercato per fare colpo… ginepro, cardamomo, coriandolo, basilico, rosmarino, timo e agrumi. Se cercate un gin che arrivi al naso con la giusta base alcolica ma anche con quel giusto profumi che vi fa venire voglia di assaggiarlo, allora avete trovato casa.

Naso e palato. Anche l’occhio vuole la sua parte e questo Gin cristallino, veramente tanto trasparente e pulito arriva – come si diceva – al naso in maniera prepotente ma mai fastidiosa. Stessa cosa vale per il palato, inutile negare che la parte alcolica si sente, fa cinquantasette gradi (mica pochi), ma il lavoro fatto è notevole e tutto sommato sentire quella potenza ben amalgamata al resto, con le botaniche che si sentono e non vengono coperte e equilibrano il tutto, è davvero un piacere.

Naming e etichetta. Come dicevamo in precedenza dietro a questi Gin (parliamone al plurale) c’è non solo la voglia di fare Gin ma anche un’idea aziendale che porta Andrea Pellegrini a scegliersi un nome che richiama le sue origini – 25014 è infatti il Codice Postale di Castenedolo, il piccolo paese in provincia di Brescia dov’è cresciuto (anche se lui è nato a Napoli). Identità territoriale quindi, che poi diventa creatività quando è lui stesso a volersi disegnare l’etichetta che per sua stessa ammissione “il prodotto avesse un’immagine simpatica e ruffiana, ma tutt’altro che banale” in effetti, grazie alle trasparenze dell’etichetta adesiva semitrasparente – disegnata con rombi e losanghe che ricordano le linee dei maglioni inglesi – il tutto ha una sua coerenza e in entrambe le versioni si fa apprezzare e riconoscere. Un bel lavoro per chi non è in effetti del settore e non ha dietro la classica agenzia.

Davvero un buon Gin. Consigliato (se vi piacciono quelli forti).

 

Very Gin Confidential. Very Food Confidential.

 

Paolo Campana
Paolo Campanahttp://www.facebook.com/GiroVedoGenteMangiocose
Nasco grafico, disegnatore e a volte fumettista. Ho fame. Ho sempre fame (e sete), sono curioso per natura e cerco sempre di capire le singole storie che si nascondono dietro ogni singolo piatto, cocktail, gin, vino o birra. Affascinato dalla rete e dalle sue dinamiche, ho aperto un blog quando non era una moda, ho scritto di tutto, dal design alla grafica, dall’arte al disegno, dalla fotografia al food (ovviamente) ma ho mantenuto sempre alta la passione per la creatività, quella sana e vera. Quella che con il tempo e le numerose collaborazioni ho trovato nel piatto. L’ho già detto che ho fame?

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