Questa settimana torniamo un attimo su un Gin del quale abbiamo già parlato (ricordate?) e che ci aveva decisamente colpito per botaniche, sapore e idee messe in campo. Anzi, nella bottiglia.
Il Roku Gin è stato lanciato solamente quest’anno nell’ampio mercato italiano, facendo parte dei prodotti Beam Suntory e distribuito in Italia da Stock Spirits, di cui è il distributore unico ed esclusivo. Un mercato, il nostro, molto complesso e ricco, composto da centinaia di etichette, molte delle quali raramente si dotano di una vera e propria campagna comunicativa volta a raccontare il ‘sapore‘ del progetto.
Siamo in Giappone – non scordiamolo – e qui le stagioni, il loro impatto sul quotidiano, i loro emblemi e i loro fiori sono importantissimi e fanno parte di quel mondo tradizionale che ci affascina e ci riesce a trasportare sull’isola nipponica senza sposarci da casa.
“Alive with seasons of Japan”, che suona appunto come il nostro “Vivi le stagioni del Giappone“, perché – come ricorderete – questo particolare Gin è composto da sole sei botaniche che vengono raccolte nel corso di un intero anno solare, ed ecco quindi il ritorno delle varie stagionalità. Queste botaniche vengono raccolte nell’esatto momento dello “Shun”, ossia la massima fioritura. In primavera vengono raccolti i fiori e le foglie di Sakura. In estate viene raccolto il tè Sencha e il tè Gyokuro, in autunno il pepe Sansho e in inverno lo Yuzu. Il meglio di ogni stagione, raccolto, infuso e distillato. Mi affascina tantissimo la filosofia che ci dice che la natura è viva e che ogni stagione è preziosa. L’arte orientale ci dice che lo “Shun” lo si può “catturare”, “sentire”. E che nel momento della condivisione, ogni Roku Drinker può avvicinarsi al proprio “Shun”. La filosofia e il potere evocativo dell’arte orientale sono usate per comunicare molto di più di un semplice Gin.
Ma non è tutto, infatti Roku Gin è anche uno dei gin tradizionali di casa Suntory, una ricetta che viene dal passato e che racchiude l’anima del primo gin giapponese presentato sul mercato.
“Un giorno, il gin prodotto in Giappone sarà amato in tutto il mondo”
Con questa frase, il giovane Shinjiro Torii, fondatore di Suntory, presentò il suo primo Gin: Hermes Gin era il 1936 e aveva realizzato un gin senza compromessi, di chiaro stampo inglese, basato su otto botaniche molto classiche. Quando nel 2017 pensarono di mettere sul mercato un nuovo Gin, partirono proprio dalla strada che Shinjiro Torii aveva aperto, dagli elementi che la natura giapponese mette a disposizione.
Abbiamo già detto che l’ideogramma impresso sulla bottiglia, significa appunto 6, come il numero delle botaniche, ma rappresenta anche il momento perfetto per la raccolta di queste – lo Shun appunto. Il momento di massima fioritura e potenza dei fiori raccolti.
Le foglie del Sakura, il famoso e coloratissimo ciliegio giapponese, vengono raccolte in sole due settimane durante l’anno e rappresentano appieno lo spirito della primavera, conferendo al Roku un ottimo aroma floreale. Il tutto viene distillato in un alambicco di acciaio e sottovuoto, con la tecnica della distillazione a freddo, che permette di mantenere inalterate le delicatissime caratteristiche delle foglie. L’autunno, ad esempio, è rappresentato dal pepe sansho, un pepe decisamente particolare che viene raccolto e distillato fresco, senza essiccazione. Questo perché la freschezza del pepe regala una speziatura agrumata e delicatamente più pungente. L’inverno Giapponese è per loro la stagione degli agrumi e qui viene rappresentato dallo yuzu, il tipico agrume giapponese ormai abbastanza conosciuto anche da noi (assimilabile al lime), dal profumo davvero intenso ed inebriante. Il tutto si conclude con l’estate, che non poteva che essere ben rappresentata dal tè verde, addirittura in due varianti di tè: il tè sencha e il tè gyokuro, che durante l’estate regalano il loro miglior raccolto, detto Summer Flush.
Ma perché raccontare tutto questo in una campagna comunicativa? Perché non concentrarsi sul slogan più facili e diretti che arriverebbero più facilmente al cliente? Credo fermamente che ci siano vari modi per raccontare un Gin (lo diciamo da mesi), ma che sopratutto dobbiamo avere tutti la forza e la costanza nel parlare del progetto, della storia e del perché si arriva ad imbottigliare un gin e le sue botaniche. Il fascino orientale è decisamente molto presente in quest’ottimo Gin e va ben oltre la campagna di comunicazione.
Molto bravi!
Very Gin Confidential. Very Food Confidential.






























