Così inizia il nostro viaggio sulle Orme di Miguel de Cervantes nella terra spagnola di Castilla La Mancha, un immenso altopiano con l’orizzonte infinito. Siamo a Consuegra, sulla piccola cresta rocciosa del Cerro (Colle) Calderico, davanti all’incanto dei suoi famosi mulini a vento in piena primavera.
Questo gruppo di 12 mulini (su 13 originari) è quello che si conserva nello stato migliore in tutta la penisola iberica, si stagliano come giganti sulla collina interrompendo la dolce pianura manchega e ognuno di essi ha un nome che gli è stato assegnato attraverso lo scritto più famoso di Cervantes, il Don Chisciotte e che racconta la loro “personalità”: Chispas, Caballero del verde Gabán, Mambrino, Clavileño, Alcancía, Cardeño, Mochilas, Vista Alegre, Sancho, Rucio, Bolero e Espartero.
Noi siamo entrati nel mulino Rucio per una visita guidata con uno degli ultimi veri mugnai della zona (ne restano infatti solo in 4 a fare ancora il lavoro come si faceva un tempo).
Il mulino Rucio risale al XVI secolo e ancora funziona, i suoi macchinari sono quasi tutti originali e ha la tipica struttura del mulino manchego, si sviluppa su tre piani: un ingresso, dove oggi si trova un primo punto di accoglienza, una piccola camera nel piano di mezzo, dove si conserva la farina già pronta e macinata e la parte alta, dove si trova il mulino vero e proprio.
Il mugnaio deve salire all’ultimo piano e la prima operazione che deve compiere è quella di aprire tutte le finestrelle per capire da dove soffia il vento e soprattutto di quale vento si tratti. Ogni piccola finestra riporta, su di una mattonella di ceramica, il nome del vento, nomi creati per capire con esattezza la provenienza e che spesso contengono a loro volta i nomi di paesi limitrofi o di punti geografici poco distanti e ben individuabili.
Poi il mugnaio deve sbloccare la macchina che fa partire le pale, togliendo le pesanti catene che la tengono ferma, mentre una persona dal basso, dopo aver “armato le vele”, agevola la spinta delle pale con una grande asta di legno. A questo punto il resto del lavoro spetta al vento
Il grano è da sempre il prodotto principale de La Mancha, il risultato è una farina fine e un pane delizioso con tanta mollica. Tutta la terra di Castilla La Mancha ha un’importante vocazione agricola. Famosi in tutto il mondo sono anche lo zafferano della zona, le olive, l’olio extra vergine, il vino, i peperoni, le cipolle, le melanzane e i cavolfiori che vengono esportati in diversi paesi d’Europa.
A Consuegra non ci sono solo i mulini a vento e un panorama mozzafiato paradiso dei fotografi, c’è anche il bel Castillo de La Muela con i suoi spettacoli medioevali, visite guidate e momenti educativi per i giovani visitatori. Un viaggio perfetto anche per le famiglie.
Oggi, la festa più famosa di Consuegra, è la festa dello zafferano: La Fiesta de la Rosa del Azafrán che si celebra ogni anno alla fine di ottobre, proprio durante il momento di raccolta del fiore nel suo massimo splendore.
La coltivazione dello zafferano è assai delicata e faticosa, lo zafferano e i suoi pistilli hanno una resa molto bassa, la pianta è piccola e la raccolta richiede pazienza e un’attività tutta manuale.
Il primo giorno della festa dello zafferano a Consuegra, viene eletta la regina che vestirà i panni di Dulcinea, l’amore del nostro eroe Don Chisciotte e che sarà la madrina di tutte le attività: gara di abilità nella raccolta dei fiori aperta al pubblico, mercato agroalimentare, musica e danze tradizionali. Si tratta di una festa recente, nata negli anni sessanta che ha da sempre riscosso un grande successo di pubblico e turisti.
Per la visita ai mulini il tramonto è senz’altro il momento più bello ma i giganti sono affascinanti anche di notte, quando sono illuminati da luci artistiche poste alle loro basi.
L’aria comunque qui è sempre misteriosa e rarefatta e tutto è intatto come quando Don Chisciotte cavalcava il suo Ronzinante. Una terra incantata che resterà per sempre nel vostro cuore: La Mancha.
INFORMAZIONI DI VIAGGIO:
PS: tutte le foto sono scattate con il mio iPhone 6S ; ) Hasta luego! Nerina
































