Spesso abbiamo raccontato che mai come in questo momento storico, la comunicazione la fa da padrona nel mondo della mixology e del bere bene.
Ma cosa fa davvero la differenza? Cosa e come si impone un prodotto sul mercato e perché un’azienda si spinge nella produzione e promozione di un Gin (ma vale un po’ per tutto)?
Oggi parliamo del Luis Gin 8, prodotto da F.lli Gancia. Un gin fresco e giustamente secco, realizzato con otto botaniche (a cui deriva il nome) abbastanza semplici e tradizionali, che vanno dal ginepro alle classiche note di arancia, coriandolo e salvia. Realizzato con la tecnica compound a doppia filtrazione. Nulla di più. Nulla di meno.
E’ tutto qui. Un prodotto realizzato e pensato dall’azienda per il mondo della mixology e per un uso frequente da parte di Bartender e locali. Non vuole stupire e non vuole colpire. Vuole solo essere usato per i vari cocktail. Un Gin da mercato e GDO a cui hanno voluto dare – attraverso un’etichetta simil vintage – un sapore antico e vintage che rimanda, per creatività e idea agli anni del proibizionismo, ma con tutta quell’aria moderna e un po’ hipster che sembra solo strizzare l’occhio alla moda.
L’azienda la conosciamo tutti, stiamo parlando di quella Gancia fondata in Piemonte da Carlo Gancia nel 1829 che ha recentemente festeggiato i 170 anni (centosettanta) di attività. Non gli ultimi sprovveduti quindi, ma un’azienda che sa imporre un prodotto sul mercato e lo fa (o dovrebbe) farlo molto bene.
Ma allora, con tutto il potere contrattuale e di una notevole fetta del mercato perché realizzare un Gin tanto anonimo e normalizzante? perché non andare oltre e tentare la strada dell’eccellenza? Come mai ci si ferma – anche sul proprio sito – ad una tanto banale scheda:
Esame visivo
Trasparente.
Esame olfattivo
Fresco ed aromatizzato.
Esame gustativo
Gusto secco, con essenze delicate di Ginepro, buccia di arancia, coriandolo, buccia di limone, note di salvia. Equilibrato e morbido.
In quanto semplice Gin ad uso basico non è nemmeno male e anzi ne consiglio l’acquisto a chi non chiede molto altro che un buon Gin Tonic che non sia troppo forte (anche se fa sempre i suoi 40 gradi) ma dia le sue soddisfazioni. Resto comunque stupito e amareggiato dalla scarsa attenzione aziendale – anche a livello comunicativo – ad un settore che con un minimo sforzo in più renderebbe maggior giustizia al settore.
Da notare come, anche in rete, si trovano scarsissime informazioni sulla creazione, la provenienza, la storia, l’etichetta, la distillazione ecc. e diventa poco credibile dare consenso a chi si spertica nel voler far credere che il Gin in questione sia stato tra i primi distillati creati in azienda e che oggi è il risultato di anni di botaniche e ricerche.
La stessa azienda con poco fervore ci racconta che “È il 1897 quando il ventitreenne Camillo Gancia entra a dirigere la F.lli Gancia, portando con sé uno sciame inesauribile di passione, ambizione e particolare attenzione allo sviluppo di nuove ricette e prodotti. Da quel momento mastri distillatori e rinomati uomini di scienza lavoreranno instancabilmente per regalare alle generazioni future scoperte rimaste uniche nella storia, Luis Gin è una di queste. Una proposta che Gancia lancia ai bartender del nuovo millennio!“. Senza mai specificare che il suddetto venne messe in produzione realmente nel 1897.
La comunicazione può essere fatta in mille modi, creando storytelling e identità, ma cos’ diventa poco credibile e anche il Gin – non eccellente ma comunque buono – ne risente. Un’occasione persa.
Very Gin Confidential. Very Food Confidential.