Si riparte. Torniamo un attimo sui nostri passi, come quando ci si scorda qualcosa di importante.
Risaliamo in Trentino nella distilleria Pilzer (ricordate?) e mettiamoci sotto Vento.
Uno dei miei film preferiti tempo fa raccontava “Vento dall’Est, la nebbia è là … Qualcosa di strano fra poco accadrà … Troppo difficile capire cos’è… Ma penso che un’ospite arrivi per me…” e questa è assolutamente una storia di Gin, di Vento, di territorio e di passione. Le storie hanno radici profonde, ma le idee viaggiano veloci e diventano reali quando si vuole.
La storia e la legenda. Siamo nel cortile della Pilzer di un caldo Giugno e Bruno (Pilzer) e Nicola (responsabile vendite) discutono animatamente e filosoficamente di Gin, uno è un profondo conoscitore, l’altro un maestro distillatore. La leggenda vuole che in quel momento soffiasse un bel vento caldo e piacevolissimo mentre si preparavano un Gin (naturalmente con quello di casa).
La discussione fra i due amici riprende animatamente, Bruno spiega a Nicola il comportamento di questo particolare vento l’ora del Garda (L’ora del Garda è un vento tipico del lago di Garda che si propaga con forza nelle vallate limitrofe. A Trento, che si trova nella parallela valle dell’Adige, questo vento è infatti spesso avvertito soprattutto nella parte nord, dove una via è stata denominata come questo vento).
Nicola essendo nato e vivendo a Riva del Garda, il vento lo conosce molto bene. Da questa divertente storiella nasce l’idea del Gin Vento, che come dicono loro stessi “sappia unire attraverso il vento due zone così diverse la montana Valle di Cembra con l’area dal clima mediterraneo del Lago di Garda. Un London Gin finissimo sottile come questo vento, ma profumato come questa brezza“.
A noi piacciono le storie che partono da racconti, miti e leggende e non sappiamo quanto di vero ci sia davvero in questo romantico racconto, ma ci interessa che il Vento sia diventato Gin e possiamo assaggiarlo e degustarlo.
Botaniche e struttura. il Vento è un London Gin, che nasce dall’infusione delle classiche bacche di Ginepro locali della Valle di Cembra e dalle bucce di Arancio e di Limone provenienti da Limone sul Lago di Garda. Infusione e distillazione con il classico alambicco discontinuo a bagnomaria, il tutto realizzato con estrema delicatezza e attenzione, la stessa che richiedono l’arancio e il limone (ma anche il ginepro).
La distillazione che prende il giusto tempo e una serie di prove per decidere la perfetta gradazione alcolica di un Gin che vuole essere delicato e forte come il vento (come se fosse facile).
Naso e palato. Qui arriva il bello. Il Vento come dicevamo, è un London Dry che vuole essere leggero e non invadente. Il mio naso allo ‘stappo’ sente sia gli aromi che un leggero odore di alcol. Siamo sui soliti 43 gradi e quel sentore di alcol lo si perde al palato, dopo averlo provato in purezza rimane persistente la parte agrumata. Mi piace il suo non essere esageratamente aromatico, cominciano ad infastidirmi quei gin che hanno così tante botaniche da coprirsi l’una con l’altra. Qui il bilanciamento è giusto, si vede (e si sente) che c’è tecnica e capacità e alla fine viene voglia anche di un secondo assaggio in miscelazione.
Abbinamento e miscelazione. Questa volta (ogni tanto ci proviamo) abbiamo abbinato al Vento un paio di toniche, per vedere cosa succedeva nel campo della miscelazione. Partiamo dal fatto che per me la massima espressione in questo senso è il gin Tonic. Ho scelto due toniche di Cortese. La loro Scortese – Pura tonica botanica, che è un mix di citronella, cardamomo, timo inedito per una tonica nostrana, ha un gusto deciso e naturale che ho trovato perfetto con il Vento. Il mix quasi perfetto. L’altro abbinamento (malgrado una vasta scelta) è caduto sulla Tonica Strong. Non so perché ma mi sono da subito convinto che il Vento richiedesse una tonica più decisa e speziata, forse non incontrerà i gusti di tutti ma il Tonic con questa Strong mi è piaciuto molto, il sentore piccante di peperoncino che contiene ha esaltato il gusto delicato ma ugualmente forte del Gin e ne è uscito fuori qualcosa di unico. Bisogna sempre provare e mettere in campo la qualità . Usare ottime toniche è un aiuto fondamentale per conoscere il gin e per trovare gli abbinamenti perfetti e da Cortese stanno lavorando molto bene su questo.
Etichetta e bottiglia. Purtroppo (ci vogliono anche le note dolenti) malgrado la bottiglia sia oggettivamente molto bella, tutta in ceramica e ricoperta da una leggera velina stampata con logo e illustrazione, non siamo riusciti a venire a capo di chi (che Agenzia?) ha realizzato l’ottimo concept che sicuramente andrebbe valorizzato di più proprio per la sua idea semplice, vincente e ben fatta. Si può dare di più (in termini di conoscenza).
Very Gin Confidential. Very Food Confidential.





























