Le Maldive sono una delle destinazioni più di tendenza degli ultimi anni. C’è chi le definisce il Paradiso in terra: spiaggia bianca, sole e relax totale lontano dal caos delle grandi città e dalle molestie quotidiane in generale. Tuttavia se in molti perdono tempo a cercare un giusto compromesso alla ricerca del resort adatto per le proprie tasche e il giusto comfort e relax, forse sono pochi quelli che si preoccupano dell’aspetto gastronomico della vacanza.
Cosa si mangia alle Maldive in un resort di lusso, ve lo siete mai chiesto? Noi si. Incuriositi siamo andati di persona a conoscere lo chef maldiviano che gestisce la parte della ristorazione del Furaveri Island Resort e che coltiva un orto su una di queste isolette fuori dal mondo. Un’idea che colpisce in un contesto che appare molto ricco di benessere ma non certo di terra fertile. Così abbiamo cercato di capirci un po’ di più.
Lo chef si chiama Mohamed Riyaz ed è originario di Addu City, la parte più a sud dell’arcipelego delle Maldive. E’ calvo e mostra un fisico asciutto. Si presenta all’appuntamento nel ristorante centrale dove vengono servite le colazioni, i pranzi e le cene. Sorride, come fanno tutti in questi paradisi, e i suoi denti bianchi si aprono come perle incastonate in un volto color onice. E’ una persona che ama il cibo e che, attraverso esso, non solo ha conosciuto la gente, ma anche il mondo.
Chef Mohamed Riyaz
Com’è è nata l’idea di un orto su un piccolo atollo come questo?
L’idea è quella di creare un orto con prodotti tropicali, abbiamo melanzane, angurie, cocco, zucche, limoni, lime e fragole. Stiamo cercando di migliorare questo tipo di coltivazione sull’isola per limitare l’importazione di prodotti da fuori e per renderci il più possibile autonomi. Stiamo provando a coltivare la papaia e alcuni tipi di banana, per esempio quelle locali che sono molto dolci, diverse da quelle conosciute in Italia. Qui abbiamo addirittura tre tipi di banane e molte piante di cocco. Sono due anni che ci dedichiamo a questo progetto. Abbiamo piantato nuove piante di cocco che producono una varietà molto dolce, con la quale creiamo un tipico drink locale che offriamo come bevanda di benvenuto ai nostri ospiti.
Il cibo delle Maldive è quindi in gran parte costituito da frutta?
Si, certo. Usiamo le banane e altri verdure, patate dolci e il succo di cocco come ti dicevo, utile anche per condire molti piatti.
Da quanto tempo lavora qui al Furaveri?
Nell’isola ho lavorato 3 anni fa e ora sono tornato da 4 mesi dopo 2 anni di pausa. Lavoro come chef da 20 anni, non male direi! Al momento mi occupo della gestione di 3 ristoranti: il messicano, il Finger food e il Fusion. Sono l’Executive Chef dell’Isola e devo controllare tutte le cucine e tutto lo staff che è composto 370 persone. Inoltre bisogna seguire anche il bar e il caffè.
Colazione a base di frutta
C’è davvero molto da fare. Quali sono le principali differenze tra un ristorante di città e uno su un’isola?
Si tratta di due realtà molto diverse. Ci sono distanze importanti dalla capitale Male, quindi il mio lavoro si basa molto sulla necessità di pianificare. Se qualcosa non arriva in tempo, bisogna fare i conti con quello che si ha. Bisogna saper giocare di anticipo, e questa è la parte più complicata della gestione.
In Italia c’è una grande attenzion per il km zero e per i prodotti biologici. C’è un ritorno alla tradizione: qual è per te il piatto più semplice e povero ma molto gustoso?
Qualsiasi pesce fresco, condito solo con olio e sale. Un cibo gustoso e povero per me è qualsiasi pesce appena pescato condito con della verdura fresca cresciuta sull’isola. Tutto ciò che è fresco è gustoso.
Secondo la tua esperienza, quali sono gli ospiti più difficili da soddisfare?
Ho imparato a comprendere le differenze culturali tra i diversi ospiti, se conosco la provenienza delle persone per me non è difficile intuire le loro esigenze . Quando devi soddisfare una clientela internazionale ti trovi davanti una grande varietà di gente. Per esempio so che molti degli europei non amano il cibo piccante, e questo è un po’ complicato per noi che abbiamo una grande influenza della cultura indiana, dello Sri Lanka e del Bangladesh. Questo ci costringe a creare un’ alternativa, a volte si complica un po’ la situazione, ma nulla è impossibile da risolvere.
Gamberi fritti, Courtesy Furaveri Island Resort
Lei crede che la cultura e l’integrazione passino attraverso il cibo?
Credo proprio di si. Il cibo fa stare le persone insieme, è importante. Bisogna informare l gente, che deve conoscere ciò che mangia. Gli chef e gli addetti ai lavori nel settore del food, dovrebbero sapere la storia del cibo, delle ricette, perchè le storie devono essere raccontate.
Il 2018 in Italia è stato l’anno del cibo. Lei quale ricetta italiana conosce e preferisce?
Tutta la pasta fresca e secca: lasagna, ravioli, tortellini. Io amo la cucina italiana e in Italia tutti mangiano la pasta. Il migliore complimento che un italiano ti può fare è : ‘Questa pasta è buona come quella che fa mia mamma!’ La pasta è alla base dell’alimentazione italiana. Tutti la mangiano’: i giapponesi, i cinesi e i maldiviani. La mia pasta preferita è aglio, olio e tonno fresco.
Ah però… conosce bene il mio Paese.. (dico sorridendo).
Ho visitato l’Italia per una settimana. Ho mangiato ogni tipo di pasta. E’ stato un bel viaggio. All’inizio della mia carriera ho cucinato italiano, dunque conosco la cucina italiana! Italian food is one of my favourite: pizza, pasta! La focaccia! (dice nel suo inglese perfetto). Qui abbiamo molti clienti italiani e ora anche uno chef. Il cibo è davvero molto molto importante per ognuno di noi, e se godi di buon cibo, godi anche di tutto il resto. If you enjoy food, you enjoy everything.
Come dargli torto… se ti piace il cibo, ti piace tutto il resto.