Befana a tavola e dintorni: piccola storia dell’Epifania

[dropcap size=small]P[/dropcap]untuale ogni anno arriva l’Epifania, che tutte le feste si porta via. A bordo della sua scopa la Befana che nella notte tra il 5 e il 6 gennaio consegna i suoi doni. Niente oro, incenso o mirra – che invece i Re Magi portarono a Gesù Bambino – piuttosto dolci e carbone di zucchero custoditi nella calza. Nel segno della dolcezza sono infatti le tradizioni italiane dedicate alla Befana che trovate qui di seguito insieme ad altre piccole curiosità per conoscere meglio questa festa.

C’era una volta… E se la Befana avesse origine in arcaiche tradizioni?

Nuove e antiche tradizioni si intrecciano sulla figura della Befana. Dai persistenti caratteri arcaici che attraversano il tempo – “valori legati al culto degli antenati, al focolare domestico e alla famiglia”* – a quelli più contemporanei che trovano espressione nelle forme attuali di feste e tradizioni. Attraverso lo sguardo dell’antropologia, ad esempio, si può scoprire che la tradizione del carbone nella calza arriva da antiche e leggendarie usanze che avevano come protagonisti braci e tizzoni del focolare domestico connessi agli antenati familiari.* Claudia Manciocco, Luigi Manciocco, “L’incanto e l’arcano: per una antropologia della Befana” Armando Editore

Non solo carbone: il sapore della Befana declinato nelle tradizioni locali

1-Carbone-1-1-of-1 — Carbone dolce | Credit: www.manusmenu.com

Partiamo dal Piemonte, in particolare dalla Valle di Susa che al confine con la Francia custodisce antiche testimonianze di arte e cultura alpina come la Focaccia della Befana. In tutta la regione piemontese è proprio questo il dolce tradizionale dell’Epifania probabilmente un’antica antenata del dolce francese Gallette des Rois dedicato ai Re Magi. Farina, burro, uova, arancia candita e vaniglia danno forma a una soffice torta a forma di fiore che custodisce all’interno una fava – simbolo di fertilità e di denaro – inserita nell’impasto prima della cottura, di solito per tradizione il fortunato che trova il fagiolo o la fava nella sua fetta diventa Re della festa. Sempre nel segno della dolcezza è la tipica ricetta che appartiene alla cultura del Veneto: la Pinza de la marantega preparata con farina di mais, uvetta, pinoli e fichi secchi. In Toscana, soprattutto nella Lucchesia, si sfornano invece per l’occasione i Befanini: biscotti a forma di Befana decorati di solito con granelli di zucchero colorati. Ripieni di mosto sono invece i biscotti tipici del borgo medievale di Corinaldo nelle Marche, dove sempre per la festa della Befana si preparano anche dei semplici biscotti da tuffare nel latte ovvero le Paste all’ammoniaca. In Campania infine incontriamo uno dei grandi classici della pasticceria campana: la prima Pastiera dell’anno si sforna e si mangia proprio in occasione dell’Epifania.

Inseguendo il record della calza più lunga di sempre

La-calza-più-lunga-del-mondo — La calza più lunga del mondo, Viterbo | Credit: www.lazionauta.it

Viterbo da record mondiale, la città del Lazio settentrionale con un passato fatto di antichi etruschi e palazzi papali è impegnata da ben quattordici anni nella consueta sfida che ha come obiettivo quello di realizzare una calza della Befana sempre più lunga. Trasportata da oltre 100 befane e da 15 Fiat 500 storiche, la calza avrà una lunghezza pari a 53 metri che attraverseranno circa due chilometri di strade e vicoli della città a partire dalle ore 15.30 di lunedì 5 gennaio 2015 in piazza San Sisto.

Befana in rima fra versi popolari e poesie d’autore

“La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte…” Inizia così la filastrocca probabilmente più conosciuta e canticchiata in questo periodo di feste che prosegue con versi variamente declinati a seconda delle versioni locali e regionali. Nota è anche la malinconica poesia dedicata da Giovanni Pascoli nel 1897: alla figura della Befana:”Viene viene la Befana,vien dai monti a notte fonda. Come è stanca! la circonda neve, gelo e tramontana.Viene viene la Befana…”.